Naoarc

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Galak Fyarr
view post Posted on 5/10/2010, 13:22




~ Dati Anagrafici
Nome: Naoarc
Età: 24 anni
Provenienza: Transient
Energia: K κ
Eteri Onirici: 1/3
~ Background
Descrizione Fisica: Naoarc è un ragazzo alto, dai capelli corti e neri e dagli occhi glacialmente grigi, ha una corporatura possente e muscolosa dovuta agli anni passati a massacrare barbari nelle fredde regioni di Brant. Si dice che sia talmente forte da essere capace di uccidere un orso a mani nude. La sua rabbia è tale che persino i guerrieri più valorosi indietreggiano al solo vederlo arrivare. La sua figura è ancor più temibile e oscura a causa della sua armatura pesante che lo ricopre dalla testa ai piedi, lasciando intravedere soltanto il freddo dei suoi occhi.
Descrizione psicologica: Naoarc possiede un carattere crudele e profondamente freddo. Sarebbe capace di distruggere intere città senza provare alcun rimorso. Dopo che Transient gli ha sottratto i genitori nulla può più colmare la sua rabbia, se non il vedere proprio la fine di quell’orribile malignità che così subdolamente si nutre degli esseri viventi per continuare a vivere e a funzionare. Fino a che non avrà raggiunto questo suo cupo obiettivo nulla potrà fermarlo. I pochi compagni che ha avuto vengono annoverati nelle leggende dei popoli di Brant e spesso cadono proprio a causa della sua temibile lama. Porta rispetto solamente a coloro che egli reputa valorosi combattenti o abili nel duello. Gli altri sono considerati come granelli di polvere che aspettano di essere spazzati via. La sua mente è meschinamente geniale ed è portata a concepire manufatti e strumenti capaci di qualunque cosa. Da essa sono stati creati la sua armatura ed altri oggetti che porta sempre con sé.
Storia: Naoarc era uno dei tanti ragazzi che popolava le affollatissime metropoli di Transient. Fin da piccolo i suoi genitori gli insegnarono ad apprezzare la vita di città sotto tutti i suoi aspetti. Il piccolo Naoarc ammirava, anche se può sembrare strano, la metropoli e tutti i macchinari che tenevano in funzione quell’enorme organismo, la folla che come tanti piccoli impulsi cerebrali la faceva muovere e continuare a esistere, il frenetico via vai delle carrette che portavano in su e in giù materiali per l’industria; unica vera fonte di energia di quell’immensa bestia. Amava la sua città a tal punto da considerarla quasi una seconda madre. I suoi genitori spesso ridevano quando il piccolo Naoarc si soffermava ammirato ad osservare le coltri di fumo nero che uscivano dai titanici altoforni delle più grandi installazioni siderurgiche dell’intero mondo conosciuto. Poi tutto ad un tratto sua madre, colei che lo aveva messo al mondo e che gli aveva insegnato ad amare il grigiore della metropoli, si ammalò. I medici che la visitarono addussero che la causa dei suoi mali erano probabilmente dovuti all’eccessivo inquinamento che regnava nei cieli della città. Quando Naoarc raggiunse i tredici anni di età sua madre lasciò questo mondo definitivamente, dopo una lunga e sofferente agonia. In seguito a questo evento Naoarc attraversò un periodo difficile, durante il quale sperimentò le più grandi sofferenze che un individuo della sua età possa sostenere: suo padre per cercare di dimenticare la moglie tanto amata si rifugiò nell’alcool, perdendo in breve il suo posto di lavoro, Naoarc dovette quindi prematuramente iniziare a lavorare come operaio in una fabbrica. Stranamente il lavoro massacrante al quale era sottoposto ogni giorno gli risultava molto più soddisfacente e sopportabile del previsto. Lo stare vicino a quei macchinari cigolanti e un po’ arrugginiti, ma comunque potenti e vigorosi gli riportavano alla mente sua madre, e poterli alimentare per farli continuare a vivere era una grande soddisfazione per lui. Presto i suoi superiori, accortisi della grande alacrità con la quale Naoarc lavorava, decisero di dargli una promozione. Il ragazzo ne fu immensamente felice. Con i proventi della sua occupazione egli riuscì a migliorare le condizioni di vita sue e di suo padre, comprando un nuovo appartamento lontano dai settori industriali. In breve Naoarc riuscì a far apprezzare nuovamente la vita di città a suo padre, il quale abbandonò per sempre l’alcool per tornare a vivere in maniera degna. Decise di tornare al suo vecchio impiego come operaio in un impianto siderurgico poco lontano da quello nel quale lavorava suo figlio. La vita tornò a risplendere per Naoarc. Il suo lavoro gli consentiva di usufruire di un po’ di tempo per andare con suo padre nei luoghi della sua infanzia. Spesso passavano insieme interi pomeriggi ad ammirare il panorama di Transient, ricordandosi i momenti nei quali tutti insieme mangiavano un boccone, facendo a gara a chi vedeva il maggior numero di carretti che si aggiravano per il dedalo della città. Poi avvenne l’irreparabile. A causa di alcuni controlli di manutenzione fatti negligentemente nell’impianto del padre si sviluppò un enorme incendio, che nel giro di poche ore distrusse tutto e arse vivi numerosi operai. Il padre di Naoarc risultò tra le vittime. I pochi amici di famiglia, dissero che lo stesso giorno il ragazzo scomparve senza lasciare traccia, abbandonando per sempre la città di Transient. C’è chi dice che poco prima di andarsene, Naoarc fuori di sé per la rabbia, abbia giurato a squarciagola che avrebbe personalmente fatto a pezzi quell’infame essere che si era divorato le due persone che gli avevano così ciecamente insegnato ad apprezzare la vita in quel parassita. Di fatto il ragazzo non venne mai più rivisto a Transient. Egli decise di avviarsi verso i monti di Brant, lontano dalla malignità meccanica che l’uomo aveva concepito. Lungo questo lungo viaggio Naoarc sfruttò le sue capacità per concepire un’armatura grandiosa, strumenti ed utensili magnifici che si basavano su una tecnologia super sicura per poter continuare il suo viaggio nell’immensità bianca. Utilizzando queste sue creazioni riuscì a respingere i numerosi assalti delle tribù indigene, note per la loro aggressività e voglia di combattere. Nonostante ci fosse una enorme disparità tra quei guerrieri primitivi e la sua grandiosa tecnologia, egli dovette riconoscere che quella gente rozza viveva la sua vita felice, combattendo e morendo col sorriso sulle labbra, assaporando i rari frutti che quella terra crudele offriva. Naoarc riconobbe in quelle popolazioni il vero strumento della sua vendetta. Divenendo in breve tempo una leggenda tra i locali, egli decise di sfidare il capo di una tribù nota per la sua ferocia e audacia in combattimento in modo da ottenerne il controllo. Dopo un breve ed impari combattimento Naoarc ebbe la meglio sul capotribù. In seguito a questo avvenimento l’anziano del villaggio portò il giovane all’interno di un territorio sacro ed ivi lo riconobbe come il successore del capotribù. A questo punto il saggio lo condusse all’imboccatura di un santuario e gli indicò la strada, che egli dovette percorrere da solo. Al termine del suo cammino Naoarc si ritrovò in una grande sala scolpita nel ghiaccio. Su di un altare era deposto un piccolo pugnale di pregevole fattura. Sulle due facce del pugnale erano state incise finemente alcune rune che egli in principio non riuscì a decifrare. Per questo motivo decise di appuntarsi le iscrizioni per poi chiedere spiegazioni all’anziano. Completata questa operazione Naoarc si accorse che il piccolo pugnale aveva iniziato a brillare, librandosi lentamente in volo. Il giovane osservò stupito il piccolo oggetto puntare verso il suo petto. In un istante il coltello, come adoperato da una mano invisibile si conficcò repentinamente nel suo petto penetrando la prodigiosa armatura che alcun attacco era ancora riuscito a scalfire. Il coltello entrò completamente all’interno del suo corpo, ma quando egli si tastò il petto attendendosi di trovare uno squarcio sanguinante, si accorse invece che la sua armatura era intatta, e che quindi nulla lo aveva toccato. Eppure egli percepiva che qualcosa si era attivato in lui. Qualcosa che gli ricordava il fumo nero delle ciminiere che tanto a lungo aveva ammirato. Qualcosa che era altrettanto nero quanto lo era la sua anima. Un nuovo potere gli era appena stato donato.

~ Sogno
L’interno del Sogno di Naoarc è costituito da una terra arida e bruciata che rispecchia ciò che egli desidererebbe fare di Transient: renderla una sterile pianura che è stata bruciata per giorni da un fuoco insaziabile (quello della sua rabbia). Chi entra in questo territorio e vi rimane per un tempo troppo prolungato rischia nel migliore dei casi di rimanere intossicato dai fumi tossici che aleggiano nell’aria, nel peggiore di morire arso vivo. All’interno del suo sogno si rischia inoltre di finire disidratati, o inghiottiti da qualche fiammeggiante crepa nel terreno. Questa è la giustizia di Naoarc, l’Infinite Pain.

~ Tecniche
Tecnica effimera: Thunder set - Naoarc carica la sua spada di energia elettrica impiegando i circuiti e i meccanismi di Transient. In questo modo la sua lama si ingigantisce raddoppiando le sue dimensioni. Inoltre la colossale quantità di energia che viene impiegata fa sì che la lama possa utilizzare questo tipo di attacco solo per un colpo alla volta. Per evitare che la spada si sovraccarichi e fonda, infatti, Naoarc è costretto a spengerla dopo ogni attacco basato su questa tecnica.
Tecnica effimera: Black Ink Cloud - questa tecnica è stata spesso usata da Naoarc in caso di estrema difficoltà. Quando egli si ritrova in una condizione che non può controvertere egli rilascia un getto di fumo nero stordente, che “spara” addosso all’avversario in un getto ad alta pressione. Questa miscela contiene al suo interno numerosi agenti venefici, stordenti e irritanti, che costringono un qualunque avversario ad abbandonare il combattimento per un discreto arco di tempo. Abbastanza da permettere a Naoarc di fuggire e di curarsi eventuali ferite o di finire un nemico debole o fastidioso.
Abilità passiva: mechanical wrath- Naoarc converte il suo odio per Transient in macchine e congegni sempre più devastanti. Più forte è il suo desiderio di vendetta e il suo odio, maggiormente aumenta il grado della distruttività degli oggetti che va a costruire. La sua spada e la sua armatura sono i diretti risultati di un odio potentissimo.
tecnica sogno: Toxic pollution- Naoarc attira su di sé e all’interno dell’area una gran quantità di nubi tossiche che disorientano il nemico e lo costringono a non respirare per evitare gravi danni alle vie respiratorie. Queste nubi irritano anche gli occhi che, dopo qualche minuto dalla prima esposizioni, iniziano ad arrossarsi e a lacrimare. Naoarc è ovviamente immune a tutti questi effetti a causa dell’armatura che indossa. Memore di ciò che è successo a sua madre, infatti, egli porta un elmo che all’evenienza può isolare il portatore dagli elementi tossici esterni.
~ Equipaggiamento
Spada Devastatrice: si tratta di una spada a due mani che Naoarc ha ottenuto dal capo tribù che ha sconfitto e che poi egli ha migliorato aggiungendo alcuni componenti meccanici ed elettrici che si è portato via da Transient. Con questa spada egli ha intenzione di distruggere l’odiata città.
Lanciadardi: un piccolo congegno di sua creazione che si integra nell’armatura pesante e che viene utilizzato per colpire bersagli da una certa distanza in maniera silenziosissima.
Armatura Pesante: un’armatura pesante che ricopre Naoarc dalla testa ai piedi e che lo protegge da un gran numero di danni. È stata creata da lui secondo un suo progetto durante il suo cammino verso Brant. L’armatura conferisce a Naoarc un aspetto decisamente sinistro e inquietante.
 
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view post Posted on 5/10/2010, 13:27

The Pine

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La scheda va bene, solo che tutti gli effetti negativi del sogno non coinvolgono gli altri Sognatori, esclusione fatta per la tecnica Sogno. Bon. Accettata. ^^
 
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